Denti che si muovono e bruxismo

Quando si parla di denti una delle situazioni che preoccupano maggiormente le persone è quando i denti sono dondolanti. Il dubbio che ci assale è assillante: perderò il dente?
Quando un dente dondola significa che c’è un’infiammazione del parodonto, il tessuto di sostegno del dente. Scopriamo insieme com’è fatto e capiamo le ragioni per cui i denti possono muoversi.
Il parodonto è costituito da diversi elementi, vediamoli insieme:
Cemento radicolare
Un sottile tessuto che ricopre la radice del dente, a cui sono attaccate le fibre del legamento parodontale.
Osso alveolare
La porzione di osso concava che ospita la radice o le radici dentali. Se per qualche ragione viene estratto un dente questa porzione di osso, che non serve più a supportare il dente, progressivamente si atrofizza e si riassorbe. Ecco perché, se si vuole sostituire un dente perso con un impianto è importante non aspettare troppo tempo, per non rischiare di non avere osso “a sufficienza”.
Legamento parodontale
Un insieme di fibre connettivali che, come una fitta rete di tiranti, connette la radice dentale all’osso alveolare, permettendogli di galleggiare nell’osso pur restando saldamente ancorato.
Pressioni esercitate sul dente modificano lo stato di tensione delle fibre del legamento, causando riassorbimento osseo o apposizione di nuovo osso: sfruttando questo meccanismo si spostano i denti durante un trattamento ortodontico.
Se il legamento è infiammato si “gonfierà”, facendo estrudere il dente, seppur di una frazione di millimetro, peggiorando l’eventuale traumatismo collegato al bruxismo.
Gengiva
La mucosa rosa e dall’aspetto a “buccia d’arancia” che ricopre l’osso alveolare e avvolge la corona dentale.
Se è gonfia, arrossata o liscia ed è presente sanguinamento gengivale durante lo spazzolamento significa che è infiammata (gengivite). La principale causa di gengivite è una scarsa igiene orale: la presenza di placca impregnata di batteri sul colletto dentale rilascia molecole infiammatorie che colpiscono la gengiva. Le gengiviti croniche trascurate progrediranno diventando parodontiti, dove ad essere infiammata non è solo la gengiva (infiammazione più superficiale senza perdita di osso) ma il parodonto nella sua interezza (infiammazione più profonda con perdita di osso).
La mobilità dentale ha diverse cause, talvolta combinate tra loro. Ecco le più frequenti:
Grave parodontite
L’infiammazione parodontale determina perdita di osso alveolare che può manifestarsi sotto forma di retrazioni gengivali, con l’esposizione della radice (difetti ossei orizzontali), oppure sotto forma di tasche gengivali (difetti ossei verticali), dove avverrà un progressivo accumulo di placca, tartaro e batteri che, se non rimossi, favoriranno il peggiorare della perdita ossea.
La parodontite ha come principali fattori di rischio:
- scarsa igiene orale
- fumo di sigaretta
- diabete e malattie metaboliche
- gravidanza
- consumo di alcool
Trauma dentale
In seguito ad un trauma facciale è piuttosto frequente che possano dondolare i denti. E’ molto importante recarsi immediatamente dal dentista per limitare il più possibile danni futuri. Se ci fosse stata anche una frattura dentale ricordate di conservare il frammento di dente in un piccolo contenitore riempito di latte o di saliva e mantenuto freddo.
Ascesso dentale
Quando la polpa interna del dente si infetta a causa di una carie profonda può verificarsi una raccolta di pus tra il dente e il parodonto: si tratta dell’ascesso dentale, un fenomeno estremamente doloroso che richiede il trattamento antibiotico. La forte infiammazione che accompagna questo fenomeno e la temporanea distruzione ossea può provocare mobilità dentale. Se curato tempestivamente con i farmaci e con una otturazione canalare ben fatta, l’ascesso dentale può non causare la perdita dentale.
Bruxismo
Il rapporto tra digrignamento e mobilità dentale non è ancora del tutto chiaro, anche se non sembrano esserci molte correlazioni.
Il bruxismo però non è costituito solo dal digrignamento dentale ma anche da altre forme come il serramento dentale e il serramento mandibolare, che sono peraltro molto più numerose: sono sicuramente necessari ulteriori studi per meglio comprendere come e se il serramento dentale danneggi il parodonto.
In presenza di parodontite, il bruxismo può sicuramente essere un fattore peggiorativo, pertanto va tenuto sotto stretto controllo, riducendo quello diurno con la terapia cognitivo-comportamentale, e proteggendo la dentatura durante il sonno grazie all’uso di un bite notturno rigido su misura.
La preoccupazione maggiore dei pazienti è, ovviamente, la paura di perdere il dente: “Un dente che si muove va tolto?”
Ovviamente la risposta dipende da numerosi fattori, soprattutto dalla causa della mobilità dentale. Se il dente dondola per colpa di un trauma o di un ascesso sarà più facile salvarlo rispetto che se dondola per colpa di una grave parodontite con perdita ossea.
La probabilità di salvare il dente è legata anche a quale dente balla: salvare un incisivo è solitamente più facile che salvare un molare.
Se la causa del problema è la stessa, come è facile intuire, è più facile salvare un dente che balla poco piuttosto di un dente che balla molto.
Detto ciò la mobilità dentaria è una condizione critica: io sconsiglio fortemente di affidarvi a rimedi naturali e rischiare di perdere tempo prezioso per i vostri denti.
Affidatevi subito al vostro dentista e, se non ne avete uno, cercatelo esperto in parodontologia attraverso il sito dedicato ai pazienti della Società Italiana di Parodontologia (SIdP).
Inoltre vi consiglio di effettuare con regolarità l’igiene orale professionale, che è un’ottima occasione per intercettare precocemente qualunque problema, dal bruxismo a infiammazioni gengivali, per intervenire prima che i danni siano irreversibili.
Ricordate: solo i denti che si muovono nei bambini possono NON destare preoccupazione!
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