Ecco perchè serriamo i denti quando siamo sotto stress

Da dove nasce il bruxismo? Perchè quando siamo nervosi e sotto stress irrigidiamo i muscoli e serriamo i denti? Per trovare la spiegazione dobbiamo fare un viaggio in un lontanissimo passato, quando ancora vivevamo come “animali”, tra prede e predatori.
Un meccanismo di sopravvivenza: ecco come nasce il bruxismo
Guardare in chiave “evoluzionistica” ad alcuni nostri comportamenti è molto interessante in quanto ci fa capire in che modo quell’abitudine, nel corso di centinaia di migliaia di anni, ci sia stata utile in termini di sopravvivenza della specie.
Fare questo tipo di analisi è possibile anche per il bruxismo, che infatti deriva da una delle risposte fisiche che maggiormente ha salvato la vita agli esseri umani: la risposta “fuggi o combatti”, chiamata in inglese “fight or flight”.
Questa è la risposta automatica del nostro corpo a situazioni di allerta e pericolo, in cui si innesca un’abbondante produzione di adrenalina, che ci rende incredibilmente forti, veloci e resistenti.
Cerchiamo di capire meglio questo affascinante meccanismo di sopravvivenza.
Come lo stress è cambiato nei millenni
Innanzitutto dobbiamo cercare di definire meglio il concetto di stress, che centinaia di migliaia di anni fa non era certo quello che è per noi oggi.
In generale si intende per stress una qualunque interferenza alla nostra omeostasi, che è il nostro equilibrio chimico e metabolico. Questo richiede uno sforzo più o meno grande di adattamento per ritrovare un nuovo equilibrio “omeostatico” nella nuova condizione (es: un cambio di temperatura ambientale).
Quindi lo stress è molto legato al tempo in cui viviamo, alle preoccupazioni a cui siamo soggetti e agli adattamenti a cui andiamo incontro.
Oggi stress è essere in ritardo al lavoro, una scadenza lavorativa che ci preoccupa, le vita domestica da gestire tra figli che litigano e la cena che non è ancora pronta e così via…
Lo stress di cui soffrivano i nostri “antenati” selvatici era di tutt’altro genere invece, era scappare da predatori che volevano mangiarli o, in alternativa, lottare per spaventarli e costringerli alla fuga.
Lo stress odierno è spesso costante, finisce per essere una condizione quasi quotidiana, infatti si sente spesso parlare di stress cronico e di malattie stress-correlate.
Lo stress “preistorico” era invece molto puntuale e, soprattutto, terminata la lotta o la fuga, si ripristinava una condizione di calma e tranquillità, adatta a smaltire lo stress accumulato e a riposarsi.
La risposta “fight or flight”: cosa succede al nostro corpo
Quando avvertiamo una sensazione di minaccia o pericolo (stress), in modo del tutto automatico, si attiva l’ipotalamo, una porzione molto antica del nostro cervello, che regola qualunque nostra reazione legata alla omeostasi, cioè al mantenimento del nostro equilibrio neurologico, chimico ed ormonale.
Questa attivazione produce una cascata di adrenalina e noradrenalina (conosciute anche come epinefrina e norepinefrina), il cui obiettivo è fare in modo che il nostro corpo sia al massimo delle sue capacità fisiche: in quei momenti era in gioco la nostra stessa sopravvivenza, pena il rischio di morire sbranati!
Ecco quali reazioni l’adrenalina produce nel nostro corpo:
- la frequenza respiratoria aumenta e le vie aeree si dilatano, per favorire al massimo l’apporto di ossigeno, carburante dell’attività muscolare;
- la frequenza cardiaca aumenta, per migliorare l’apporto di sangue (e quindi di ossigeno) ai muscoli, aumentando così la nostra resistenza alla fatica;
- il sangue viene deviato dall’apparato digerente all’apparato locomotore, quindi ai muscoli, che saranno il vero motore della nostra fuga o lotta;
- le pupille si dilatano e la vista si acuisce;
- l’udito diventa più fine;
- la consapevolezza si intensifica e si è capaci di prendere decisioni molto velocemente;
- la percezione del dolore diminuisce (utile in caso di ferite);
- il sistema immunitario si attiva maggiormente.
E dopo? Cosa succede una volta che ho prodotto così tanta adrenalina?
Il grande sforzo fisico che compivamo per fuggire o combattere andava come a “consumare” l’adrenalina prodotta, lasciando così spazio alla produzione di acetilcolina, il neurotrasmettitore del rilassamento (e quindi anche del rilassamento muscolare), sempre nell’ottica del ritrovamento di una nuova omeostasi.
Oggi purtroppo, nonostante la nostra reazione chimica allo stress sia rimasta immutata nei millenni, sono molto cambiati i nostri comportamenti sociali e certo non possiamo prendere a cazzotti chi ci fa innervosire o non possiamo correre via (nel vero senso della parola!) dalle situazioni scomode.
Oggi dobbiamo sopportare e facciamo sempre più fatica a “sfogarci”, a liberarci dallo stress e quindi l’adrenalina resta in circolo nel nostro corpo, cronicamente.
Questa condizione di “stress cronico” o “distress” significa che non si riesce più a ritrovare un senso di rilassatezza e di riposo profondo, che non si riescono a ricaricare le pile. E questo succede non solo al nostro sistema nervoso ma anche ai nostri muscoli che, sempre in tensione e pronti a scattare, non riescono mai a riposare e accumulano acido lattico, infiammandosi ed irrigidendosi.
Ecco l’origine del bruxismo e di molti altri sintomi da stress: mal di testa, tensione e dolore al collo, mal di schiena, lombalgia.
Come mai la tensione si concentra tanto nella zona del collo e della mandibola?
Anche per questa domanda c’è una risposta da ricercare sempre nella migliore strategia per la conservazione della specie.
La specie umana ha una testa in proporzione molto grande e pesante rispetto al resto del corpo e, custodendo il nostro cervello, l’organo più importante, deve essere protetta al meglio. Purtroppo il nostro collo è, al contrario, lungo e sottile (aspetto legato alla postura eretta) e pertanto, durante i momenti di fuga o lotta, dove l’accelerazione può essere anche violenta e, per la forza di inerzia, la testa può essere strattonata con altrettanta violenza, ecco che si attiva tutta la muscolatura di testa e collo per “fissare” nel modo più saldo possibile la testa al resto del nostro corpo.
Quindi come fare per gestire il bruxismo quando siamo molto nervosi?
Questa storia ci insegna che dobbiamo riportare il nostro livello di adrenalina alla normalità, altrimenti finiremo per restare in una condizione cronica di ipervigilanza, stress e ansia, condizione che alla lunga può provocare numerosi problemi sia fisici che psicologici.
Bisogna quindi imparare a scaricare la tensione, ognuno nel modo che lo rilassa maggiormente.
C’è chi ama andare a correre, chi fare ginnastica, chi fare yoga e concentrarsi sulla meditazione e sulla respirazione, chi una bella passeggiata in montagna e chi nuotare.
L’importante è usare il proprio corpo, fare attività fisica, far lavorare i propri muscoli (tra cui anche il cuore!) perché restino sempre tonici ed elastici e non rigidi e contratti.
Leggere un libro, ascoltare la musica o fare la maglia rilassano solo in nostro sistema nervoso senza però aver permesso ai muscoli di scaricare la tensione, ecco perchè dovrebbero avvenire dopo una bella attività fisica, quando abbiamo già raggiunto il rilassamento fisico e possiamo accedere in modo più profondo anche a quello mentale.
Quindi, buona attività fisica a tutti!
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