Lo Yoga: un aiuto prezioso per i bruxisti

Quando si approccia qualche disturbo fisico attraverso lo yoga, la mente immediatamente va a “qualche esercizio” che come per magia porti via il disagio del dolore, e ci faccia tornare nel comfort della normalità – se non della salute.
Sicuramente lo yoga propone una serie di esercizi fisici che hanno numerosi benefici inclusa la loro possibile applicazione per specifici disturbi.
Tuttavia lo Yoga è una disciplina molto più articolata, una “scienza” focalizzata sul ricreare e mantenere un armonioso funzionamento di mente, corpo e spirito nella loro stretta e imprescindibile interrelazione.
Nella pratica, combina il controllo del respiro, tecniche di rilassamento e meditazione a movimenti più fisici di rafforzamento e riequilibrio del corpo e dell’energia vitale. Inoltre include principi che ispirano un “vivere” in armonia con noi stessi conoscendo come funzioniamo e come corpo e mente debbano e possano muoversi come un tutt’uno affinchè possiamo definirci ed esseri sani, forti, longevi. E felici.
Ciò che lo rende unico nel suo genere, facendone un vero e proprio efficace approccio olistico al benessere e allo sviluppo della persona, è che pone enfasi sul benessere mentale tanto quanto sul benessere fisico e ci aiuta a sviluppare uno stile di vita e comportamenti funzionali a un generale “ben-vivere”.
In questo senso è una disciplina, o un “rimedio”, cui rivolgersi per tutti quei disturbi e disordini che implicano una forte componente psicosomatica e psico-emotiva, in cui ciò che accade a livello del sistema nervoso e della mente è parte della causa del disturbo stesso. Tale componente può così diventare uno degli ambiti da trattare attraverso un approccio olistico e integrato.
Bruxismo e sistema nervoso: lo stress
Tra le possibili cause del bruxismo, al di là di quelle legate a mal occlusione e disposizione genetica, la causa primaria cui ormai vengono riportati oltre il 70% dei casi sono lo stress e l’ansia.
Lo stress è in realtà una risposta del nostro organismo a fronte di piccole e grandi emergenze e, in generale, di qualsiasi situazione che ci richieda di “attivarci”.
Questo è uno stress buono, definito “eustress”, che ci consente di attivare le risorse fisiologiche e la presenza mentale per riportarci ad una situazione di equilibrio.
Il sistema nervoso simpatico si attiva e ci consente di rispondere alla situazione.
A seguito della fase di “allerta”, il sistema torna poi in equilibrio e il corpo si rilassa.
Quando tutto questo non accade, lo stress diventa cronico e può portare all’esaurimento, all’ansia e avere ricadute in termini di disturbi e comportamenti disfunzionali, come appunto il bruxismo.
Nella tradizione dello yoga la fase di attivazione del sistema nervoso corrisponde a una specifica qualità energetica e di funzionamento della psiche, chiamata Rajas .
Rajas è la qualità dell’attività, del movimento, della creatività, della presenza, della passione. Quando in eccesso, Rajas va in disequilibrio: può diventare smania, agitazione, aggressività, ansia. Incapacità di “mollare la presa” e di ritornare a uno stato di sicurezza.
Spesso a fronte di stimoli stressanti continuativi, lo stress diventa cronico o “distress” e porta con sé reazioni e comportamenti disfunzionali, abitudini di allerta e difesa, necessarie o inconsciamente vissute come tali. Si crea un disequilibrio tra il sistema simpatico (preposto all’attività) e quello vagale preposto al riposo e alla rigenerazione.
Purtroppo oggi gli stimoli stressori sono sempre più numerosi ma soprattutto insidiosi perché costanti e su vari fronti contemporaneamente: i ritmi veloci del vivere, la maggiore esposizione al mondo attraverso il web, il prolungarsi di una situazione “minacciosa” come la pandemia, l’incertezza diffusa e la velocità del cambiamento nei più vari e normali ambiti di vita. Ecco allora che il sistema nervoso rimane allertato e l’adrenalina in circolo.
I comportamenti consci e inconsci ispirati da ansia, bisogno di controllo e infondate paure nel lasciar andare si moltiplicano, si nutrono l’un l’altro, si cristallizzano in abitudini.
Movimenti inconsci di contrazione e costante attivazione diventano parte della nostra postura fisica, ma anche emotiva e a loro volta nutrono stati di ansia e allerta, non necessari ma percepiti come tali. Lo stress cronico è infatti un reiterarsi nel tempo della “risposta aspecifica” attivata da una situazione che è percepita come superiore alle proprie forze, una situazione in cui ci troviamo a “stringere i denti” per farcela e cadiamo in balia di ansia ed altre emozioni invalidanti.
Chi soffre di bruxismo sa che questo comportamento aumenta, in termini di intensità ma anche di frequenza, quando ci sono situazioni stressanti. Sa che pur dormendo, difficilmente si sveglia riposato e rigenerato. Sa che nel background la sua tendenza è quella di essere facilmente irritabile, e difficilmente davvero sereno.
Secondo l’interpretazione della Metamedicina, chi soffre di bruxismo difficilmente riesce a “gustarsi la vita e le idee nuove, addentandole con gusto”. Stringere i denti è piuttosto un’azione legata alla “vita come sfida”, al dovercela fare ma anche ad un inconscio persistente vissuto di aggressività inespressa, di rabbia e impotenza.
Cosa riequilibra il sistema nervoso simpatico e il vagale consentendoci di riposare e rigenerarci pur rimanendo dinamici e vitali mentre viviamo la vita?
Cosa ci consente di migliorare il sonno e in generale gestire stress, ansia generalizzata ed emozioni correlate e poter così eventualmente cambiare abitudini incontrollate come quella di digrignare i denti nel sonno o durante il giorno?
Per riequilibrare il sistema nervoso è necessario tornare ad essere e sentirci profondamente “al sicuro”, sia rispetto all’ambiente intorno a noi, sia rispetto ai segnali interni. Dal punto di vista neurofisiologico, questo accade quando siamo fisicamente attivi o quando siamo immobili, non immobili per uno stato di allerta o paura, ma di riposo, di “immobilità senza paura” in cui possiamo goderci un tramonto, ascoltare musica, meditare, rimanere in silenzio accanto a chi amiamo. Ci troviamo in uno stato di buon equilibrio generale.
Sempre di più le tecniche di gestione dello stress e dell’ansia, includono yoga e tecniche di meditazione e rilassamento orientali. La pratica dello yoga propone posizioni più o meno attive per il corpo ma, al tempo stesso, crea la connessione con lo stato mentale attraverso la consapevolezza del respiro liberandolo da inutili pensieri ricorrenti, emozioni negative, schemi limitanti.
Nello specifico, la pratica dello yoga del respiro è in grado di regolare il sistema dello stress influenzando i livelli di adrenalina e di cortisolo (ormone dello stress, che si attiva nelle situazioni di tensione).
L’attenzione al respiro e le tecniche di respirazione sono dunque una pratica di facile accesso per riequilibrare il sistema neurovegetativo e ritrovare quello stato di “dinamismo rilassato” e contemporanea capacità di “immobilità senza paura” che sono la base di un vivere sano e sereno. In questo modo ritroviamo un equilibrio psicosomatico in grado di prevenire e ridurre i sintomi e le conseguenze spiacevoli del bruxismo.
Una delle tecniche che annovera ormai molteplici evidenze scientifiche che ne attestano l’efficacia nella riduzione dell’ansia è il Sudarshan Kriya® Yoga, basato su pratiche di regolazione del respiro, facile da apprendere e poi utilizzare quotidianamente a casa, ogni giorno. Consente di eliminare stress, stanchezza ed emozioni negative come rabbia, frustrazione e depressione. Aiuta a ricreare armonia a livello del sistema corpo-mente, portando uno stato di calma e al tempo stesso di energia, chiarezza, focus e generale rilassamento.
L’importanza della consapevolezza e della pratica
Il primo approccio alla gestione dello stress è sicuramente quello di diventare più consapevoli: osservare la mente e il corpo e riconoscere i segnali di stress e le situazioni che li attivano. Questo ci aiuta a gestire meglio noi stessi in quelle situazioni. Al tempo stesso una pratica guidata e mirata dello yoga del respiro può essere in grado di aiutarci non solo a superare ansia, disturbi psico-emotivi e relativi comportamenti disfunzionali (come il digrignamento dei denti), ma anche di accompagnarci e farci ritrovare quel senso di sicurezza e pace interiore che ci consentiranno di “mollare la presa” e godere di più della vita.
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