Bruxismo e Disordini Temporo-Mandibolari
I Disordini Temporo-Mandibolari (DTM) rappresentano una delle più frequenti cause di dolore al volto che interessa circa il 15% della popolazione con una maggiore prevalenza nel sesso femminile e nei soggetti di età compresa tra i 25 e i 40 anni.
La mancata diagnosi precoce, determinata dalle scarse informazioni (sia da parte dei pazienti che dei curanti) e l’utilizzo di terapie obsolete, non adeguate e talvolta fin dannose, contribuiscono da un lato ad aumentare i costi sociali associati a questo disturbo e dall’altro ad incrementare il rischio di cronicizzazione della patologia.
Infatti circa il 20% dei pazienti sviluppa una forma cronica con un notevole impatto sulle attività quotidiane e sulla vita affettiva, sociale e lavorativa: pertanto i DTM rappresentano un problema fondamentale nell’ambito della salute pubblica.
Come si manifestano i DTM: segni e sintomi
I DTM sono la patologia muscolo-scheletrica che interessa l’apparato stomatognatico, coinvolgendo quindi l’articolazione della mandibola (nota come articolazione temporo-mandibolare, in breve ATM), i muscoli deputati alla masticazione e le strutture annesse.
I pazienti con DTM generalmente possono riferire due tipologie distinte di disturbi: muscolari o articolari, che possono presentarsi singolarmente o contemporaneamente.
I sintomi di origine muscolare sono rappresentati da un senso di tensione o dolore gravativo alle guance o alle tempie.
I sintomi di natura articolare annoverano invece dolore trafittivo in corrispondenza dell’articolazione, davanti all’orecchio, esacerbato dai movimenti della mandibola e/o rumori articolari, tipo scatto o scroscio, che si manifestano durante i movimenti della mandibola. Questi segni e sintomi si possono associare, o meno, ad una limitazione nell’apertura della bocca, ed ad una difficoltà a svolgere le normali funzioni dell’apparato orale, come parlare, mangiare o sbadigliare.
Cause dei DTM e ruolo del Bruxismo
L’identificazione delle cause dei DTM è un argomento piuttosto complesso e numerosi studi hanno evidenziato che non sia possibile individuare un singolo fattore causale. Ad oggi risulta ampiamente dimostrato, infatti, che questi disturbi dipendano da una moltitudine di fattori locali e generali che comprendono traumi, differenze anatomiche interindividuali, fattori neurologici e biopsicosociali e comportamenti orali scorretti.
Per quanto riguarda nello specifico i comportamenti orali scorretti, tra questi si può annoverare la presenza di quelle attività definite come parafunzioni orali, ossia quelle attività della bocca e dei denti non finalizzate a funzioni necessarie come masticare o parlare. Tra le parafunzioni orali si possono elencare numerose abitudini scorrette, come mangiare le unghie, mordere le guance o le labbra o masticare chewing-gum. Le più frequenti parafunzioni sono però note con il termine di bruxismo e rappresentano un’attività muscolare che include il serramento e il digrignamento dei denti e l’irrigidimento della mandibola, che può avvenire con o senza il contatto dentale.
Generalmente i pazienti sono ignari o scarsamente consapevoli della presenza di questi comportamenti che possono manifestarsi sia durante le ore di veglia che durante il sonno.
Di per sé il bruxismo non è dannoso per il nostro organismo. Difatti la maggioranza degli individui che presentano questo comportamento non manifestano alcun segno o sintomo associato. In questi casi è quindi fondamentale non intervenire con trattamenti superflui e privi di alcun fondamento scientifico. Quando però l’ intensità o frequenza del bruxismo supera la soglia fisiologica di tolleranza di un individuo esso può rappresentare un fattore scatenante dei DTM.
Studi scientifici hanno infatti dimostrato che i pazienti che lamentano dolore ai muscoli del viso generalmente presentano una maggiore intensità ed una maggiore frequenza di episodi di serramento e/o contatto dei denti durante il giorno rispetto ai soggetti che non hanno dolore muscolare.
I meccanismi ipotizzati alla base di questa associazione causale tra serramento dei denti ed i DTM sono di due tipi:
- la presenza di bruxismo (inteso come serramento dei denti o contatto continuativo tra i denti) durante le ore di veglia può determinare in maniera diretta un sovraccarico muscolare che genera tensione ed irrigidimento muscolare
- la presenza di bruxismo della veglia può essere una manifestazione involontaria di stati psicologici come ansia e stress che, a loro volta, contribuiscono all’instaurarsi dei DTM.
I più recenti dati riportati dalla ricerca scientifica sono invece contrastanti relativamente all’associazione tra il bruxismo del sonno e i DTM, mentre supportano l’idea che questo presenti cause, conseguenze e caratteristiche specifiche, indipendenti dal bruxismo della veglia.
Bruxismo del sonno e bruxismo della veglia potrebbero dunque rappresentare due entità slegate e distinte ma che possono anche coesistere.
Gestione del bruxismo come terapia dei DTM
Considerato il ruolo primario che il bruxismo riveste come fattore di rischio dei DTM, risulta necessario quindi istruire il paziente al suo riconoscimento e spronarlo all’auto-controllo per ridurre al massimo il bruxismo ed i comportamenti orali scorretti (per approfondire clicca quì). E’ dimostrato infatti che, in pazienti che presentano dolore ai muscoli masticatori, l’adozione di un programma di rieducazione funzionale, mediante dettagliate spiegazioni relative al ruolo del bruxismo nell’origine del dolore e l’introduzione di esercizi di auto-controllo e rilassamento della muscolatura, offra risultati sorprendentemente positivi in termini di riduzione del dolore e miglioramento della funzione masticatoria.
E’ interessante sottolineare che questo tipo di approccio garantisce una terapia assolutamente conservativa e non invasiva, oltre che praticamente gratuita, e pertanto deve rappresentare il primo passaggio fondamentale del protocollo terapeutico nella gestione dei pazienti con DTM, necessario per poter ottenere risultati soddisfacenti nella gestione a breve e lungo termine dei DTM.
Fonti
- The Role of Stress in the Etiology of Oral Parafunction and Myofascial Pain. Oral Maxillofac Surg Clin North Am. 2018;30:369-379. R. Ohrbach, A.Michelotti.
- Frequency of daytime tooth clenching episodes in individuals affected by masticatory muscle pain and pain-free controls during standardized ability tasks. Clin Oral Investig. 2017;21:1139-1148. I. Cioffi, D. Landino, V. Donnarumma, T. Castroflorio, F. Lobbezoo, A. Michelotti.
- Evaluation of the short-term effectiveness of education versus an occlusal splint for the treatment of myofascial pain of the jaw muscles. J Am Dent Assoc. 2012;143:47-53. A. Michelotti, G. Iodice, S. Vollaro, M. H. Steenks, M. Farella.
- Oral parafunctions as risk factors for diagnostic TMD subgroups. J Oral Rehabil. 2010;37:157-62. A. Michelotti, I. Cioffi, P. Festa, G. Scala, M. Farella.
Rosaria Bucci
Odontoiatra, specialista in Ortognatodonzia
Master in Ortognatodonzia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove ha poi conseguito nel 2015 il titolo di Dottore di Ricerca in Scienze Odontostomatologiche e un master in Dolore Oro-Facciale e Disordini Temporo-Mandibolari. E’ autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali e ha partecipato come relatrice a congressi scientifici nazionali e internazionali nell’ambito dell’Ortodonzia e dei Disordini Temporo-Mandibolari.
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